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lunedì 1 aprile 2013
giovedì 28 marzo 2013
Non voglio mettere in ordine!
Non voglio mettere in ordine! Piagnucoleva Giacomino.
Nel salotto c’era un disastro di giochi, colori e fogli di carta colorati per metà, il tutto sparpagliato accuratamente.
La giornata era stata particolarmente divertente: prima Giacomino di buona mattina aveva giocato con le macchinine, facendole correre per strade e autostrade immaginarie attorno alle poltrone e al divano; poi stanco per tutti quei chilometri, aveva pensato di ritagliare delle forme di carta da un quaderno, colorato e incollato; poi le costruzioni avevano dato l’opportunità a Giacomino di cimentarsi nella costruzione di un grande condominio!
Adesso era quasi l’ora di andare a letto, Giacomino già infilato nel suo caldo pigiamino, con i dentini appena lavati, si trascinava per il salotto inventando mille scuse per non riordinare il gran disordine.
La Mamma insisteva, e Giacomino non voleva saperne.
Allora alla Mamma venne un idea!
- Che ne dici Giacomino se lasciamo tutti i giochi così in disordine e prima di andare a letto facciamo un bel gioco?
- Siii! Questa si che è una bella idea. Disse Giacomino improvvisamente rianimato!
- Dunque il gioco è semplicissimo: noi siamo dei pirati - disse la Mamma saltando sul divano e raccogliendo le gambe in modo da non toccare terra - abbiamo appena astato un galeone pieno di tesori, e adesso dalla nostra nave dobbiamo raccogliere tutti i tesori senza cadere in acqua!
- Siii!!!! - Giacomino saltò tutto felice sulla sua nave pirata, legandosi un fazzoletto a mo’ di bandana sulla testa, e iniziò a pescare tutti i tesori! Le macchinine diventavano improvvisamente delle pietre preziose, e venivano riposte nel forziere delle pietre. I colori erano barre d’oro e d’argento e accuratamente messe nei bauli, i fogli mappe di tesori nascosti e le costruzioni monete e gioielli da non perdere assolutamente!
Come due bravi pirati, senza nemmeno bagnarsi un pochino, dalla loro nave-divano in un batter d’occhio avevano raccolto ogni giocattolo-tesoro!
Alla fine Mamma disse: - Adesso tocca al mio tesoro più grande! - Prese in braccio Giacomino e lo accompagnò nel suo lettino. Dopo un bel bacio e un pochino di coccole Giacomino si addormentò felice.
mercoledì 27 marzo 2013
Il Pipistrello Colorato
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C'era una volta un Pipistrello tutto nero che viveva tutto solo in una caverna umida e buia.
Usciva solo di notte, come fanno tutti i pipistrelli, per un bel voletto, per uno spuntino notturno a base di zanzare e insettini vari... golosissimi!
Molte volte incontrava altri uccelli che volavano nel cielo o appollaiati su qualche alto albero. Il più simpatico di tutti era un Gufo, dall'aria molto colta con cui era sempre bello fermarsi a chiacchierare. Parlavano di tutto: della pozza d'acqua sempre troppo affollata, dei rami dell'albero che con la fine della primavera erano tutti pieni di foglie, dei piccoli dell'acquila che viveva sul costone della montagna che stavano diventando grandi con le loro belle piumette colorate!
E fu proprio su questo punto che in nostro pipistrello si incuriosì molto, già perché Pipistrello usciva solo di notte e così non si era mai accorto che c'erano degli uccelli con le piume colorate.
"... si si ... - diceva il Gufo - ci sono degli uccelli che hanno le piume di tutti i colori, bellissimi da vedere".
Incredibile! Pipistrello non poteva crederci, doveva assolutamente vederli!
Così tornò subito alla sua caverna con l'idea di dormire solo un pochino e di svegliarsi con i raggi del sole per vedere se Gufo diceva il vero su quella storia delle piume colorate.
L'idea di uscire dalla caverna con il sole non lo allettava molto, perché così gli avevano insegnato fin da piccolo, che il sole rovina la pelle e che si mangia solo di notte. Già i pipistrelli sono parecchio strani!
Così alle 9 di mattina, con il sole bello alto nel cielo e splendente di luce decise di farsi coraggio e uscì dalla caverna. Appena fuori fu innondato da tutta quella luce e gli ci vollero alcuni minuti sbattendo gli occhietti per abituarcisi, ma poi quale non fu la sua sorpresa quando vide uno splendido uccello, grande e magnificamente dipinto!
Che cosa incredibile, che meraviglia!
Pipistrello tornò alla sua caverna pieno di ammirazione, si appese al soffitto della sua grotta e si addormentò. Mentre dormiva sognò di essere colorato come il pappagallo che aveva visto, che meraviglia...
E così quando si svegliò, al tramonto come sempre, decise di dipingersi! Raccolse il polline di alcuni fiori, e alcune follie, pestò per bene il tutto e si spalmò la pelle di questo impasto colorato.
Per la verità il risultato fu solo di passare dal nero scuro al un grigio rosato, ma il desiderio del colore era così tanto forte nel pipistrello che guardandosi nello specchio d'acqua a lui sembrava di essere davvero meraviglioso come il pappagallo!
Pipistrello era felice!
Perché a volte per soddisfare i desideri non è necessario un grande sforzo, ma solamente un pochino di fantasia!
martedì 26 marzo 2013
Cavalluccio Marino e il teatro delle ombre
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C’era una volta un cavalluccio marino, che viveva in fondo al mare.
Cavalluccio era un simpaticone e faceva sempre ridere tutti i suoi amici con le sue barzellette e con i suoi scherzi, ma non era mai riuscito a far ridere suo fratello maggiore Cavallone.
Cavalluccio le provava proprio tutte per far ridere suo fratello, scherzi, battute, giochini indovinelli, ma niente. Cavallone era proprio un musone, se ne stava sempre per conto suo e non si degnava neanche di rispondere con un cenno del capo.
Per Cavalluccio era diventata una sfida: doveva assolutamente far ridere suo fratello!
Così un giorno, dopo innumerevoli tentativi non riusciti si era inventato una novità: un teatrino delle ombre!
Aveva preparato un piccolo palco con delle alghe, tutta una bella coreografia con delle conchiglie colorate e si era anche inventato una storia divertente: di due fratelli che bisticciavano e ne combinavano di tutti i colori.
Aveva proprio organizzato tutto, con l’aiuto di alcuni amici aveva deciso di fare una sorpresa a Cavallone, che si sarebbe trovato di fronte al palco e non avrebbe potuto evitare di vedere lo spettacolo delle ombre che Cavalluccio aveva preparato.
Finalmente il gran giorno era arrivato: Cavalluccio era emozionatissimo quando suo fratello arrivò tutto musone come al solito all’ora prevista. Lo fece accomodare tutto riguardoso su una bella roccia proprio di fronte al palcoscenico, gli offrì un buon steccalecca di alghe da sgranocchiare e iniziò lo spettacolo.
Cavalluccio iniziò raccontando l’introduzione alla storia, poi procedette orientando le luci e iniziò lo spettacolo con le ombre, ma fu proprio a questo punto che successe l’imprevisto a cui Cavalluccio non aveva proprio pensato: le ombre si fanno con le mani! E voi bambini avete mai visto un Cavalluccio marino con le mai? No di certo!
Ed infatti neanche il nostro caro Cavalluccio le aveva, e quindi iniziò a contorcersi in mille smorfie e posizioni, cercando di proiettare le ombre nel teatrino, ma il risultato era davvero deludente! Cavalluccio iniziò a dimenarsi disperato, sicuro del fallimento della sua bella idea! Faceva dei gesti con la bocca e muoveva la coda spasmodicamente e per aiutarsi faceva dei versi come:”grrrr, wooooo, argggg...”
E fu proprio allora che successe l’incredibile: Cavallone che stava guardando annoiato lo spettacolo si fermò a guardare suo fratello impegnato nel tentativo incredibile di fare le ombre senza le mani e iniziò a ridere!
Prima rideva un pochino, ma poi data la scena davvero comica che vedeva Cavalluccio impegnato in mille contorsionismi senza esito, iniziò a ridere tanto forte e tanto di gusto! Rideva e rideva, così tanto da farsi venire le lacrime agli occhi!
Stupefatti tutti i pesci del mare si avvicinarono per vedere quel grande evento: Cavallone rideva! E rideva davvero di gusto!
Anche Cavelluccio a questo punto iniziò a ridere e ridere, così la bella sorpresa finì nel migliore dei modi: una grande risata per tutti!
domenica 18 novembre 2012
Squikki e il cioccolato
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Squikki era un piccolo elefantino che viveva nella giungla africana assieme a tutta la sua famiglia. Mamma elefante, Papà elefante, Nonni elefanti, Zii elefanti ... insomma un gran bel mucchio di elefanti!
La sua vita era piuttosto monotona, al mattino quando si svegliava Mamma elefante lo portava alla pozza d’acqua dove gli faceva una bella doccia spruzzandolo tutto d’acqua, poi si rotolava un pochino nel fango e nella polvere per asciugarsi e profumarsi, proprio come a voi cuccioli d’uomo la mamma mette il borotalco.
Bello pulito e profumato andava a far merenda! Passeggiando qua e la sgranocchiava foglie, frutta, qualche piccolo arbusto...
Qualche ora per aver la pancia bella piena, perchè Squikki è si un piccolo elefante, ma pur sempre un elefante, e quindi la sua pancia è bella grande da riempire!
Finita la colazione, tutte le mattine, Squikki va alla scuola della savana!
Ci vanno tutti, ma proprio tutti gli animali della giungla, ma i migliori amici di Squikki sono: la scimmia Lolli, il leone Ron, l’ippopotamo Poppi e la farfalla Marì.
Una mattina la maestra Giraffa decise di spiegare durante la lezione di scienze che cos’è il Cioccolato!!!
Ragazzi cose da leccarsi i baffi!!!
Infatti sembra proprio che esista un albero bellissimo, cresce in sud America e fa dei frutti che si chiamano con un nome strano “cabosse”, hanno la forma allungata e sono piuttosto grandi. Una volta aperto questo frutto strano, dentro ci sono dei semi e proprio questi semi sono quelli di Cacao!!!
Squikki ed i suoi amici non avevano mai, ma davvero mai mangiato cioccolata, ma dal racconto della maestra sembrava davvero una cosa deliziosa!
Tornando a casa da scuola i ragazzi non facevano che parlare di cioccolato:
- Ma secondo voi il cioccolato ha il gusto delle foglie? chiese Squikki,
- No secondo me ha più il gusto dell’acqua fresca. Disse Poppi
- Secondo me è duro come la corteccia. Disse Lolli
- Io credo che il cioccolato non esista veramente. Disse Marì che era la pessimista del gruppo!
Ed in fine Ron il leone, che si sa bene che i leoni sono molto coraggiosi disse:
- Io credo che l’unico modo per scoprirlo sia quello di assaggiarlo!
Detto fatto! Tutti erano d’accordo! Ma come potevano fare i nostri amici per mangiare il cioccolato? In Africa non crescono gli alberi del cacao.
Pensarono di chiedere aiuto all’animale che più aveva viaggiato in tutta l’Africa: Nonna elefante.
Nonna elefante era vecchissima, ma davvero vecchissima e nella sua vita aveva viaggiato tanto, non solo in tutta l’Africa, ma una volta, quando era giovane aveva lavorato in un circo e aveva visto tutto il mondo!
Così Nonna elefante spiegò ai ragazzi che per assaggiare il miglior cioccolato di tutto il mondo dovevano andare alla Cioccolateria Veneziana, da Simone e Francesco! Il viaggio era lungo, ma il cioccolato valeva la pena!
I ragazzi erano entusiasti di questa avventura golosa e chiesero a Nonna elefante di accompagnarli.
Nonna elefante era vecchia vecchissima, ma era ancora capace di camminare molto e di divertirsi con tutti i suoi nipotini e quindi fu ben felice di accompagnarli.
Camminarono e camminarono, poi camminarono e camminarono, perchè l’Africa è molto lontana da San Donà di Piave, poi camminarono e camminarono, ma qualche giorno dopo finalmente arrivarono.
Non vi dico neanche la faccia di Francesco e Simone quando si videro arrivare questa bella e allegra compagnia di animali! Non potevano davvero immaginare che avessero fatto tanta strada per assaggiare il Cioccolato e naturalmente furono felicissimi di avere questi nuovi amici!
Francesco e Simone rimpinzarono i loro nuovi amici di tutte le loro goloserie: cremini, barrette di cioccolato, cioccolato alla frutta, e di tutto un po’...
- Caspita che bontà. Disse Lolli la scimmia
- Delizioso. Disse Ron con i baffoni da leone tutti sporchi di cioccolato
- Io non ho mai mangiato niente di così buono. Disse Marì la farfalla tutta entusiasta.
Poppi non riusciva neanche a parlare da quanto era assorto nel mangiare la sua tavoletta di cioccolato al pistacchio!
E Squikki era felicissimo perchè aveva vissuto quella fantastica avventura con i suoi amici e perchè il cioccolato lo rendeva felice!
Dopo essersi ben rimpinzati i nostri amici animali salutarono e ringraziarono Simone e Francesco e tornarono a casa felici.
Ma anche Francesco e Simone erano entusiasti di aver conosciuto Squikki, Lolli, Poppi, Ron e Marì e così da quel giorno per ricordarsi sempre dei loro nuovi amici decisero di fare dei bellissimi lecca lecca di cioccolato per i cuccioli d’uomo con le facce dei loro amici animai.
Ps. Questa storia l'ho scritta per un amico carissimo che ha da poco inaugurato il suo nuovo sito http://www.cioccolateriaveneziana.it vi assicuro che il cioccolato è eccezionale, e la storia è VERAAAAAA!!!! :-)
martedì 8 novembre 2011
IL LUPO E I SETTE CAPRETTI
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“Romba e rimbomba nella mia pancia credevo fossero sei caprettini, sono pietroni belli e buoni.”E quando arrivò alla fontana e si chinò sull'acqua per bere, il peso delle pietre lo tirò giù, e affogò. A quella vista i sette capretti vennero di corsa, gridando: “Il lupo è morto! il lupo è morto!” E con la loro mamma ballarono di gioia intorno alla fontana. E fecero una gran festa assieme a tutti gli altri abitanti del paese!
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domenica 23 ottobre 2011
Il gatto con gli stivali (reiterpretazione moderna)
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